tre cerchi concentrici

"Il buddismo in realtà traccia tre cerchi concentrici attorno alla vita, e mette noi al centro. Poi ci sono gli altri, ovvero la società nel suo insieme, una società mondiale e, nell'anello più esterno, l'ambiente universale. Il buddismo sostiene che tutti e tre i cerchi sono interconnessi tra di loro e che nessuno dei tre è completo senza gli altri. Per vivere una vita ricca e felice dobbiamo essere vivi in tutti e tre i cerchi, il che significa che dobbiamo rispettare la nostra vita, sostenere la vita degli altri in tutti i modi possibili e immaginabili e proteggere e preservare l'ambiente fisico che a sua volta ci sostiene tutti."

i fattori statici

Il primo dei fattori "statici" è l'aspetto (so), la parte fisica e tangibile della realtà. Come scrive Nichiren nella Scelta del tempo «L'aspetto, il primo dei dieci fattori, è il più importante di tutti» . La sua importanza dipende dal fatto che l'aspetto, che comprende anche il comportamento, è la manifestazione della condizione interiore dell'individuo, e il progredire della sua rivoluzione umana si manifesta inevitabilmente attraverso un cambiamento nelle azioni concrete che egli compie. Il secondo fattore è la natura (sho), la parte non visibile e non tangibile, costituita da quel complesso di pensieri ed emozioni chiamato "mente". Nichiren afferma: «La natura interiore è la mente», e anche: «Il secondo volume dell'Hokke gengi afferma: la natura interiore è eterna e inalterabile» . Infatti, anche se è vero che la mente e lo spirito di una persona cambiano in base a vari fattori (lo scorrere del tempo, l'influenza dell'ambiente, le esperienze), è però altrettanto vero che nella persona c'è qualcosa che rimane costante e inalterabile e che è costituito dalla sua personalità, dalla sua specifica individualità o natura. Il terzo fattore è l'entità (tai), l'insieme dei primi due, in quanto racchiude sia l'aspetto fisico che spirituale come un foglio di carta che è composto da due facce. Nichiren definisce l'entità come la combinazione del nostro corpo e della nostra mente. Attraverso questo fattore viene pertanto superato il dualismo tipico della cultura occidentale che separa corpo e mente creando spesso tra le due parti un rapporto antitetico e conflittuale. Questo fattore è la "via di mezzo", l'entità profonda che solo un Budda può percepire e di cui i comuni mortali possono solo cogliere le manifestazioni fenomeniche costituite dai primi due fattori (aspetto e natura).